Relazione del Geometra Riccardo De Ninnis

 

Il P.R.G. della nostra città, ormai da molto tempo (circa oltre trent’anni) per un motivo o per un altro sempre rinviato, è urgente, indifferibile e improcastinabile. Inoltre, l’operato dei Tecnici Comunali può essere considerato altamente meritorio sia per l’aspetto professionale e organizzativo, sia per l’impegno profuso nella rielaborazione del Piano in osservanza del voto n° 76 espresso dal C.R.U. nella seduta del 21/09/94.

Non si può fare a meno di rilevare, però, che esso manca totalmente di un appropriato studio economico, tale da poter quantificare l’oggettiva entità di risorse finanziarie che il Comune, nell’arco dei primi due quinquenni, dovrà impegnare per rendere operativo lo strumento urbanistico. Questo vizio potrebbe indurre l’Assessorato e il C.R.U. a non prenderlo nella giusta seria considerazione con il conseguente ulteriore rinvio del Piano.

A questo punto un ulteriore ritardo è assolutamente improponibile, considerato che potrebbe notevolmente aggravare la già compromessa situazione urbanistica del nostro territorio. Peraltro, considerata la grave crisi economica che in questo momento attanaglia la nostra città, determinata anche dal blocco pressoché totale dell’edilizia e che inevitabilmente si ripercuote anche sulla nostra categoria, queste osservazioni propositive vogliono interpretare il suolo di suggeritore affinché vangono risulte tutte le imperfezioni per ovviare quanto suddetto.

Ciò premesso, perché il P.R.G. della nostra città rappresenti veramente un volano e l’elemento catalizzatore per lo sviluppo socio-economico e non il semplice strumento per la regolazione della crescita urbana legata a sporadici insediamenti turistici, a qualche opera pubblica e l’eventuale realizzazione di un P.E.E.P., ancorché necessari, occorre che esso sia lo strumento principale del dibattito dei soggetti economici e sociali coinvolti nello sviluppo del nostro territorio.

Attorno ad esso, ad esempio, deve ruotare il piano di recupero del centro storico, anche con formule di finanziamento innovative, la costruzione coordinata di infrastrutture ed attrezzature pubbliche di vasto raggio, la concretizzazione di progetti urbani sperimentali in punti chiave della città. Pertanto occorre ricostruire il senso di "civitas" in cui tutte le forze istituzionali siano rappresentate, operando prospettive e dinamiche, economiche e territoriali, nutrendo aspettative sociali e culturali, avviando iniziative pedagogiche per la comprensione dei valori dello spazio urbano; producendo una vera e propria cultura urbana, rilanciando l’immagine di una città moderna e dinamica attraverso progetti mirati di architettura contemporanea per elevare complessivamente la qualità urbana.

Le suddette premesse con le considerazioni seguenti, non vogliono rappresentare una critica ostativa alla redazione del piano, bensì vogliono avere la precipua funzione propositiva in una prospettiva di collaborazione al perfezionamento dello stesso, tant’è che quanto appresso riportato dovrà costituire elemento di riflessione che inciderà solo ed esclusivamente sulle scelte generali di localizzazione di alcune opere importanti, nella determinazione di alcuni vincoli di salvaguardia e, infine, nella zonizzazione di alcune aree di espansione cosiddette "Zone C"; tutto ciò finalizzato ad assicurare la migliore composizione urbanistica dei singoli insediamenti e ad indicare la futura configurazione del territorio comunale.

Il centro storico della nostra città, per la prima volta, dovrà rappresentare l’oggetto principale della riflessione urbanistica e il suo recupero l’obiettivo principale al quale sarà subordinata la proposta di sistemazione della città.

Allorché si intraprenderà questa strada, che si dovrà intersecare con altre che porteranno a un’unica direttrice, si potrà parlare di una ipotesi di sviluppo turistico.

Per la mancanza di un disegno unitario, la città si è estesa in una crescita disordinata, dominata dallo stratificarsi di costruzioni realizzate per lo più abusivamente, facendo sorgere una periferia priva di ogni regola, che si oppone ad ogni tentativo pianificatore, eppure pervasa, oggi più che mai, da una caleidiscopica identità.

Questa nuova forma urbana, radicalmente diversa dalle città storiche dense e complesse, risulta caratterizzata da una totale mancanza di ordine, di qualità, di servizi, di verde, di spazi collettivi, di strade e piazze ed in forte antitesi dello spazio strutturato e gerarchico del paesaggio rurale.

Se, rispetto alla prima fase di crescita, avvenuta nel decennio 61/71, il centro storico e la sua struttura viaria agirono da connessione e da referente centrale, il consolidamento dell’incremento edilizio avvenuto nel decennio successivo e fino ai giorni nostri dovrà richiedere un arricchimento del sistema urbano che obbliga ora a proporre il ristabilimento di un equilibrio negli usi della città e la piena integrazione del distributore rappresentato dall’attuale circonvallazione.

Partendo da questa struttura urbana, il P.R.G. dovrà proporre di rendere compatibile la centralità dell’insieme "Centro Storico" dove sono concentrati i servizi, le attività commerciali e le attività urbane di ogni tipo con la densità propria di una località centrale e di un aggregato urbano che rimane ad una certa scala di traffico pedonale, con il decentramento di servizi, dotazioni e attività commerciali quotidiane mediante uno sforzo teso all’equiparazione del livello delle infrastrutture urbane della periferia con quelle del centro.

Ciò per favorire il decentramento dei grandi usi generatori (servizi amministrativi, commercio pubblico e privato, attività ricreative, centri di assistenza sanitaria) in modo da ottenere il decongestionamento del centro urbano per facilitare le sue funzioni commerciali e di relazione, mentre si potrà diffondere un certo tipo di urbanità in tutta la periferia, che dovrà favorire l’integrazione dei quartieri periferici nel complesso sistema urbano della città terziaria.

Per questo si dovrà attuare la conclusione ed il perfezionamento della città che si è estesa negli ultimi trent’anni mediante:

- il riempimento degli spazi interstiziali vuoti (come già previsto nella cartografia del P.R.G.);

- il trattamento continuo di urbanizzazione in tutto il complesso;

- la conclusione dei bordi esterni con proposte vincolate alla localizzazione del sistema terziario;

- il trattamento urbano dei sistemi viarî di accesso, di distribuzione e la conclusione della dotazione di attrezzature della città consolidata.

Ma tutto ciò deve scaturire dalla ferma consapevolezza di credere nella pianificazione per la formazione di un modello di crescita equilibrata della città, verso un limite nuovo generante ricchezza economica e sociale del territorio.

A questo punto noi cittadini ci potremmo chiedere: quale dovrebbe essere il ruolo dell’Amministrazione Comunale rispetto alle attività del privato perché tale crescita avvenga?

È importantissimo !

Talune Amministrazioni Comunali hanno intuito che a livello locale le attività pubbliche e private si devono mescolare al punto da non essere più dissociabili. L’Amministrazione non deve portare avanti il progetto del pubblico ma quello dell’intera città, dinamizzando e razionalizzando le risorse e le piccole iniziative private che sono un patrimonio indissolubile del luogo. La città è sempre più un insieme di vettori che devono essere compresi in una strategia generale rappresentata dalla politica del Comune, il quale ha il compito di tenere sempre alta la tensione tra gli attori.

Il compito dell’Amministrazione deve essere soprattutto quello di fare sentire la società capace di scegliere il proprio destino. Si dovrà costruire per questo un centro per le informazioni ai cittadini, attraverso video e pubblicazioni e mostre dei progetti avviati sulla città. Ad ogni restauro, inaugurazione di un edificio o altro, si dovrebbero invitare gli autori a spiegare al pubblico il progetto per la comprensione delle relazioni con lo spazio urbano, per abituare gli stessi a vivere ed usare queste strutture nelle occasioni di avvenimenti legati ad esse.

Tutto ciò deve essere fatto per tutti i cittadini e non per una parte di essi. Perché questo assunto venga recepito come parte integrante dello spazio che ci circonda e come elemento intrinseco della vita quotidiana, il P.R.G. deve essere integrato di tutte quelle aree fortemente antropizzate che attualmente risultano estromesse dalla zonizzazione, probabilmente per dimenticanza o per errore, sicché quella parte di popolazione si possa sentire attivamente legata alla città.

Per queste aree localizzate, la prima tra il termine est dei frangiflutti di c.da Plaja e il lido Casale, la seconda in c.da Safarella, tra la strada Provinciale Licata-Riesi, la strada Comunale "Omo morto" e la ss. 115 e la terza nella parte nord-ovest della c.da Montesole, l’inserimento nella perimetrazione del P.R.G. consentirebbe un miglioramento delle condizioni di vita dei numerosi abitanti di queste zone e una riqualificazione ambientale delle stesse.

Inoltre, un’osservazione che ci sembra coerente con il tema sin quì affrontato, riguarda le Zone di intervento turistico, le cosiddette «ZONE H».

La zonizzazione di queste aree è soltanto limitata al litorale della Mollarella, c.da Canticaglione e Torre di Gaffe con la valorizzazione dei terreni ex SARP, quest’ultimi con le peculiarità di aree protette, cioè finalizzate a turismo sostenibile ed eco-compatibile.

Se, come viene auspicato ed ampiamente dibattuto, la nostra città dovrà sviluppare la vocazione turistica insita nel suo territorio intriso di tutte quelle caratteristiche che la rendono tale, si dovrebbero prevedere attrezzature per la ricezione turistica adeguate alle attuali esigenze differenziando l’offerta nei vari periodi dell’anno. Perché ciò possa avvenire sarebbe necessario prevedere anche la realizzazione di insediamenti turistici nell’entroterra (come Montesole, Mintina e Monte Pizzuto). In c.da Montesole all’interno del parco delle Ville Liberty, per godere di quell’ambiente caratterizzato da preesistente architettura monumentale, storica, artistica e archeologica e nel contempo dell’area più fresca e meno umida tipica delle zone in semi-collina; invece nelee c.de Mintina e Monte Pizzuto per godere del potere terapeutico delle acque termali sulfuree di queste zone.

Tuttavia è bene ricordare che lo sviluppo turistico non si attua con le sole bellezze naturali di qualunque tipo e importanza esse siano. È risaputo, infatti, che queste peculiarità sono offerte anche da altre città della nostra regione e da altre nazioni europee come la Spagna e la Grecia che dispongono do un clima mite e simile al nostro, per non parlare delle nazioni emergenti come il Marocco, la Tunisia ed altre.

Per fare vero turismo, Licata ha la necessità di creare la mentalità di accogliere i turisti.

Questo è realizzabile tramite la localizzazione di scuole di ogni genere e tipo mirati alla formazione dei giovani nel campo alberghiero, della nautica, centri di formazione professionale ed infine tanta buona volontà e perseveranza, poiché tutto questo non è realizzabile dall’oggi al domani.

Intanto si potrebbe iniziare anche con la localizzazione della nuova stazione ferroviaria.

Se vogliamo che Licata decolli, anche i trasporti in modo preminente si devono modernizzare e fare la loro parte. L’attuale ubicazione delle stazione ferroviaria, com’è risaputo, in occasione della chiusura dei passaggi a livello del ponte e di via Bellini, limita notevolmente il traffico veicolare, talvolta anche in modo molto pregiudizievole. La previsione dello spostamento di questa importante infrastruttura in c.da Piano Ginisi, con il relativo recupero dell’area, costituirebbe una valvola di sfogo alla parte orientale del Centro Storico, un corredo di cui sicuramente la collettività potrebbe servirsene in modo più razionale e adeguato alla necessità di questo ambito di città.

Infine, per concludere, non dobbiamo dimenticare che la redazione e la auspicata messa in moto dello strumento urbanistico, ci vogliamo augurare che avvenga al più presto possibile, dovrà preparare anche la nostra città a divenire una città del DUEMILA, una città europeistica, dove la globalizzazione, se ne siamo capaci, ci avvicinerà sempre più ai mercati dei paesi che faranno parte dell’Unione Europea.