Relazione del Geometra Angelo Zagrì

 

Soffermando il pensiero su alcuni paragrafi descrittivi, e sulla grafica del Piano, viene voglia al cittadino, che timidamente avanza la pretesa di voler bene la propria città e che desidererebbe vedere sorgere dai ruderi di una derelitta, una salda, prosperosa, perenne economia; anche incompetente degli argomenti che suole trattare, di accarezzare il desiderio di vederla realizzata così come la sogna.

Ecco perché si chiede di ascoltare le osservazioni che potrebbero migliorare le condizioni del Piano Regolatore.

È doverosa, comunque una nota di merito rivolta all'équipe dei Tecnici comunali del Dip. Urbanistica che ha prodotto in tempi considerevolmente brevi, la rielaborazione del P.R.G. in conformità alla direttiva sindacale n° 115 del 07/06/95.

Nel leggere emerge:

Dalle tendenze emerse nell'esame dello stato di fatto e dal confronto con la comunità locale, attraverso convegni ed incontri pubblici che hanno permesso di focalizzare le esigenze, le aspirazioni e le attese della popolazione licatese, nonché attraverso l'acquisizione di dati ed informazioni che l'Amministrazione ha acquisito nei vari settori sociali "omissis";

I fattori strategici che s'intendono affermare sono indirizzati al turismo (trainante) agricoltura, etc.;

Può con un programma di pianificazione territoriale avere come obiettivo primario la creazione di lavoro;

Completamento della rete di grandi bacini per la raccolta e la distribuzione delle acque nei programmi del Consorzio di Bonifica;

Programmi di risparmio, d'uso razionale e riuso delle acque;

Dovrà perseguirsi l'incremento dell'occupazione in agricoltura migliorando le condizioni ed accrescendone l'interesse;

Vanno incentivati idonei complessi turistico residenziali, adeguatamente attrezzati, tendenti a portare a Licata una particolare forma di turismo, a lunga residenza, rivolto prevalentemente alla terza età.

Ed il pensiero ritorna al passato: la grande manifestazione in piazza di visi abbrutiti dalle pesanti fatiche del lavoro ad invocare per distogliere l'Amministrazione di allora dal barbaro proposito d'attuazione del progetto "Melisenda", la realizzazione di un canalone che doveva attraversare la piana di Licata per sfociare a mare, in un sito lontano dalle zone soggette a subire le incresciose conseguenze di un eventuale straripamento del fiume.

Allora c'era una grande forza viva che dialogava con le forze del lavoro, li aggiornava di quanto l'Amministrazione mirava ad attuare ed era presente. Tanto presente che si ascoltava, si tenevano in considerazione le alternative e si abbandonava tale proposito, in quanto si riteneva soddisfacente l'alternativa del consolidamento della parte di argini del fiume soggetti ad erosione; l'imbrigliamento delle acque dei grossi torrenti mediante la realizzazione di laghetti collinari; ove possibile, ricreare la tortuosità del letto del fiume per diminuirne la velocità; in altri termini la realizzazione del progetto del Consorzio di Bonifica Salso.

Pare che si avanzi il sogno meraviglioso di rendere navigabile un tratto del nostro fiume.

Se si dovesse attuare tale proposito, prima non si dovrebbero consolidare tutti gli argini del fiume soggetti ad erosione, allo scopo di evitare che la massa fluida trascini con se montagne di terra, depositando tutto sul letto, alla foce e dove trova ostacolo che arresti la sua corsa?

Azzerando le erosioni, non diminuisce la massa corrente?.

Se oltre alla proposta dei soli due laghetti collinari segnati nel piano, si aggiungessero due laghetti oltre lo stretto: uno in prossimità della foce del torrente Fucile, l'altro nel tratto di pianura dopo il Cozzo Spogliapadrone, che tratterrebbe l'acqua del torrente Passarello; se si ripristinasse il lago Petrulla che una volta immagazzinava tutte le acque del contado; se si realizzasse un altro scolmatore nella zona oltre lo stretto, tra lo stradale ed il fiume, dall'altezza del torrente Passarello ed oltre; non parrebbe che per la parte che riguarda il nostro territorio attueremmo un piano di risanamento meno costoso dell'attuazione del canalone e della bretella?

La spesa per il ripristino del corso del fiume e per la chiarificazione delle acque dovrebbe sostenersi comunque e ciò diminuirebbe la massa fluida, che trasporta una considerevole percentuale di corpi solidi; una buonissima percentuale di acqua che andrebbe perduta con la realizzazione del canalone si recupererebbe con la realizzazione dei laghetti, andrebbe a realizzare veramente quel concetto espresso nelle relazioni di piano e sopra riportato: «il completamento della rete di grandi bacini per la raccolta e la distribuzione delle acque».

Con l'acqua recuperata, preziosa, migliore delle acque sotterranee, si incrementerebbero le aree di terreni da sottoporre a colture intensive. Si creerebbero, allora sì, posti di lavoro.

Non parrebbe un'idea migliore il recupero dell'acqua a beneficio dell'agricoltura irrigando quei terreni che dovrebbero servire a smaltire l'acqua negli eventi di piena?

La stessa acqua che da una parte si cerca di recuperare e dall'altra si progetta di mandarla al mare, che di acqua non ne ha bisogno!

Il canalone che dovrebbe attraversare le migliori zone di Licata, apporterebbe un incremento occupazionale in agricoltura o un calo?

Non parrebbe, quanto suggerito in alternativa al canalone, un'idea migliore che concorrerebbe al programma di pianificazione territoriale e che avrebbe come obiettivo primario la creazione di lavoro?

Non sarebbe utile integrare le previsioni del piano con la realizzazione della canalizzazione per l'utilizzazione delle acque del Gibbesi, che trasformerebbe un'intera zona da coltura estensiva ad intensiva con un rilevante incremento di forza lavoro?

Tali considerazioni, però, non sono in perfetta sintonia con quanto si manifesta volere attuare col piano regolatore, nella relazione che l'accompagna e che in sintesi abbiamo accennato nella premessa.

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I comparti produttivi individuati nel P.R.G. rielaborato sono i seguenti:

1 - zootecnia;

2 - artigianato , industria e commercio

3 - pesca;

4 - agricoltura;

5 - turismo.

Per ciascuno di questi comparti produttivi abbiamo formulato alcune osservazioni e considerazioni e proposto alcuni suggerimenti o soluzioni.

 

1) COMPARTO ZOOTECNICO.

A) Premessa e osservazioni:

Il settore risulta essere, in atto rappresentato da:

N° 5 aziende bovine specializzate;

N° 20 aziende ovi-caprine specializzate;

N° 4 aziende suinicole non specializzate

N° 1 azienda in forma cooperativa che alleva 1.200 suini.

Totale aziende 30. Totali capi n° 8.145. Gli addetti (tra titolari e salariati) si stimano in numero di 90.

Sono aziende, che si legge in relazione, in massima parte, non possiedono una loro superficie aziendale.

Negli elaborati del piano è delimitata, solo graficamente, una vasta zona in contrada Canticaglione con destinazione a "Stalla Sociale" ma di questa non si trova traccia nelle relazioni che accompagnano il P.R.G.

La P.L.V. del settore (il 2,6% del totale) risulta essere pari a poco più di 3 miliardi di lire annui.

B) Considerazioni:

Da una prima analisi, quello zootecnico, sembra un settore insignificante; e forse, date le dimensioni previste, lo è. Ma nella realtà economica locale (misera e di comune "NON POLO") adottando la soluzione indicata nel P.R.G. della stalla sociale (andando cioè a relegare in una sola zona tutta la popolazione zootecnica) nel giro di qualche anno, a causa di malattie che gli animali potrebbero acquisire e trasmettersi, si correrebbe il rischio di fare scomparire questo settore economico, con le gravi conseguenze che ne conseguirebbero in termini economici ed occupazionali.

C) Proposte:

La creazione di diverse stelle sociali (da cinque a sei ), localizzate, per esempio a Durrà; Burdi; Passarello; Cerci; Canticaglione; "Sotto apaforte";

distribuendo l'ubicazione in diverse zone del territorio licatese (in terreni incolti e di scarso valore agricolo e destinandoli a pascolo permanente); servendo di acqua tali zone anche e principalmente per fini biologici; allontanare il pericolo sullo stato fitosanitario in atto esistente riducendo, infine, «…..il grave fenomeno del pascolo di rapina, che spesso crea conflittualità con gli agricoltori locali…….»

Solo così si potrà razionalizzare il settore e far nascere anche, grazie all'incremento in termini di produzione che il comparto ne conseguirà, un centro per la lavorazione del latte e dei suoi derivati; aumentando certamente il P.L.V. del comparto; aumentando ed incrementando il livello occupazionale; dando a questa attività maggiore dignità e migliorando la qualità di vita agli addetti del settore.

 

2) COMPARTO INDUSTRIA ARTIGIANATO E COMMERCIO

A) Premessa e osservazioni:

Un comparto, questo, della vita economica e sociale locale del quale non si trova cenno alcuno, relativamente alla capacità produttiva tradotta in termini economici, in nessuna delle relazioni che accompagnano il P.R.G.

Ma nella parte in cui di esso si tratta, viene evidenziata la continua emorragia in termini di sofferenza e di soppressione di unità aziendali con l'inevitabile conseguenza negativa nel versante occupazionale.

Nello studio di redazione del P.R.G. sono censite n° 653 aziende artigiane e/o manifatturiere. Il numero degli addetti nel comparto e nel terziario risulta essere 2.378.

Le zone destinate agli insediamenti produttivi in P.R.G. "ZONE D" risultano essere pari a oltre 83 ettari di terreno.

B) Considerazioni:

Il P.R.G., al compimento del quarto quinquennio temporale, nel 2015, prevede una crescita numerica di aziende pari a 174 unità portando complessivamente a 827 le aziende artigiane e/o industriali in attività; prevede altresì un incremento pari a 159 unità per le aziende commerciali che aggiunte a quelle oggi operanti diverranno complessivamente 1231.

Ammesso che queste rosee previsioni si avverino, sarebbero ben poca cosa a fronte delle immense risorse economiche che si andrebbero a spendere per la realizzazione delle opere di urbanizzazione primarie e secondarie che si renderebbero necessarie nelle varie zone del territorio ove è stata prevista l’ubicazione delle "SOTTOZONE D".

Il condizionale è, in questo caso, d’obbligo, considerate le carenze riscontrate e consistenti in:

a) Insufficienza di requisiti tecnico-economici;

b) Sfavorevoli condizioni ambientali e geografiche;

c) Difficoltà nella ricerca di nuovi sbocchi e specializzazioni.

Questo è quanto si legge nella relazione sulle conoscenze territoriali allegata al P.R.G.; alle quali, però non seguono soluzioni adeguate al rilancio dei settori che, con grande umiltà, riteniamo di avere individuate e che possono così riassumersi.

c) Proposte:

L'Amministrazione Comunale dovrebbe farsi carico di reperire risorse finanziarie a bassissimo costo da trasferire ai vari imprenditori che ne farebbero richiesta.

Incentivare il trasferimento, con detassazione o altre agevolazioni, per quegli operatori che hanno ubicato la loro attività nel centro abitato e che, inevitabilmente, con i loro processi lavorativi e/o con il parcheggio e il transito dei mezzi dei loro fornitori e dei loro clienti arrecano disturbo alla normale vita quotidiana del centro cittadino.

Al fine di vivacizzare i corsi principali nelle ore pomeridiane e serali, dovrebbe incoraggiarsi l'installazione di insegne luminose delle varie unità commerciali abbassandone i costi e sottoponendone giustamente l’installazione alle regole che possano garantire il decoro e l’inserimento nel contesto urbano.

Incentivare il più possibile l’investimento di quanto si trova depositato presso le Banche o presso gli uffici postali, sbloccando l'asfitticità finanziaria, rendendo dinamica la vita commerciale della città.

Richiamare l'interesse degli Istituti Bancari affinché promuovano l'investimento in loco, anche parziale dei depositi dei risparmiatori licatesi.

L'Amministrazione, facendosi carico di progettualità creerebbe un dinamismo finanziario che potrebbe aspirare al ruolo di COMUNE AUTOPOLO nel primo quinquennio temporale di realizzazione del P.R.G.

Scuole. Le scuole di qualificazione, oltre che di riqualificazione, professionale di qualsiasi ordine e grado consentirebbero di elevare la professionalità degli artigiani locali, dal campo della meccanica a quello agrario; da quello edile a quello alberghiero; da quello dei trasporti a quello delle video-comunicazioni etc. (Ricordo a me stesso che la civiltà di un popolo viene valutata oltre che dalle strutture sanitarie anche dalle strutture scolastiche che in esso sono presenti e che producono, comunque, cultura).

 

3) COMPARTO PESCA – ATTIVITÀ' PESCHERECCIA

A) Osservazioni:

Il comparto produce il 5% del P.L.V. pari a circa 6.000 milioni annui.

Occupa circa 500 addetti.

Il parco mezzi è costituito da circa 140 tra motobarche e barche.

È ritenuto possibile un incremento nel complessivo contesto economico licatese attraverso:

- la programmazione e l’attuazione di progetti di ripopolamento ittico nelle coste;

- l’incentivazione di programmi di acquacoltura e maricoltura integrati, per sfruttare al meglio le grandi possibilità offerte dalle coste e sviluppare così un settore di grande attualità e prospettive economiche.

- l’incentivazione e l’agevolazione dello sviluppo, anche in questo settore, di una industria conserviera che costituisce una grande tradizione nella realtà licatese, ma che ancora riduttivamente limitata al pesce azzurro.

B) Considerazioni:

Il settore, di grande potenzialità dovuto all'antica esperienza degli operatori del settore, langue nell'abbandono più assoluto forse per ragioni ataviche quali la sfiducia verso le istituzioni (il mercato ittico incompleto da circa un decennio), la scarsa remuneratività del pescato in rapporto ai costi sostenuti.

Relativamente agli impianti di acquacoltura e di marino-coltura, le localizzazioni di tali impianti non vengono evidenziati in nessuno degli elaborati grafici del P.R.G.

c) Proposte:

Gli interventi di ripopolamento ittico nella costa devono essere inserite fra quelli da realizzare nel primo quinquennio di realizzazione temporale del P.R.G.

è indispensabile procedere alla localizzazione di impianti i acquacoltura e di marino-cultura, prevedendo tutte quelle infrastrutture necessarie al loro sviluppo.

É, poi, doveroso, accelerare i tempi per l’ultimazione e il completamento dei lavori del mercato ittico.

 

4) COMPARTO AGRICOLTURA

Il reddito lordo derivante dalla produzione dei prodotti agricoli è spesso inferiore alle spese occorrenti per produrlo. Ciò è uno dei fattori preminenti che scoraggia le forze vive del lavoro dedite a tale attività.

Tale problema è ben individuato nella relazione del Piano che, attraverso uno studio di dati e di ricerche, ci mette nelle condizioni di rilevare il basso reddito pro-capite a fronte di 3044 aziende, su una superficie pari a 9140 ettari (poco più della metà del terreno coltivato) con un reddito lordo di circa 23 milioni per azienda.

Tutto ciò induce a ritenere che in aggiunta a quanto esposto nella relazione di Piano, trovano giusta collocazione i suggerimenti formulate all’inizio di questa nostra breve relazione, costituendo questi valida integrazione delle previsioni del P.R.G.

 

5) COMPARTO TURISMO

Nello studio del piano si evidenzia che l’area dell’ex SARP è titolata Area Protetta [Ap1, Ap2, Ap3, Ap4] che dalla contrada Burdi si estende sino a Torre di Gaffe.

Zona individuatissima per lo scopo che si prefigge con tutte le attinenti caratteristiche.

Appare, però, a nostro giudizio, molto limitata, considerata la tanto conclamata vocazione turistica della nostra città; turismo come fattore strategico e trainante dell’economia locale.

Assegnando tale destinazione anche a monte della strada provinciale Riesi, nel tronco di strada consorziale che dalla strada Riesi va allo stretto, ove si rileva un’ampia zona (Sabuci-Agnone) di interesse archeologico, un’ampia stesura a forestale (c.da Salito); ed a valle la magica zona, con le sue attrezzature rurali da valorizzare (le masserie Urso e casolari sparsi con gli attinenti steccati di mandrie all’aperto inutilizzate) si potrebbe meglio assecondare la vocazione turistica con notevole beneficio per l’economia.

Non sarebbe utile, inoltre, la valorizzazione della fascia di terreno perimetrata dallo Stretto, delle vette collinari in contrada Petrulla, della strada consorziale, considerato che gode delle stesse caratteristiche ambientali, con l’aggiunta dell’esistenza di pozzi di acqua sulfurea ?

Non si riterrebbe giusto l’inserimento di quest’altro polo, nell’entroterra, a beneficio di coloro che per loro particolari esigenze desiderano soggiornare distanti dal mare, avvalorata anche dalla esistenza di una vasta fascia contigua al fiume progettata a parco fluviale ?

Si ritiene utile proporre, a beneficio del piano, anche l’inserimento di tali area nelle zone Ap0 titolandole poi nelle relative SOTTOZONE: Ap0.1, Ap0.2, Ap0.3 e Ap0.4 con un vincolo di superficie minima di 20.000 mq., rendendo possibile ai privati di intraprendere iniziative economiche a scopo turistico, consentendo di inserire, ai fini dei volumi edificabili, quelle parti di aree sottoposte a vincoli e di proprietà degli stessi.

Nelle Norme Tecniche d’Aattuazione si rileva che il privato cittadino che intende intraprendere tali iniziative, è fortemente scoraggiato dall’Amministrazione Pubblica a causa delle pesanti restrizioni contenute nell’art. 56 delle stesse Norme, con particolare riferimento alla composizione dell’équipe tecnica per la redazione dei P.P.

Nell’intento di incentivare il sorgere di complessi turistici, non si ritiene consigliabile la scelta di una ZONA H anche nei pressi della sorgente Mintina, acqua comunale, pregiata per le cure di malattie della pelle ed anche termale, considerato che si auspica una particolare forma di turismo non soltanto stagionale e rivolto anche alla terza età che in gran percentuale cerca quiete serenità, riposo; ritenuto che tutti i plessi sono stati indicati sulla costa in prossimità del mare?

Queste considerazioni offriamo alla vostra riflessione, con la sincera intenzione di dare un contributo alla collettività, al fine di migliorare lo strumento che deciderà il nostro futuro sviluppo.